Per ora nelle sale “Hardcore”, film di Nayshuller concepito sul modello di un videogioco sparatutto: interamente in soggettiva, la missione è sparare e ricaricare le proprie batterie da cyborg quando necessario. La tecnica in sé non è una novità, e ricorda diversi videoclip, oltre che il recente documentario Leviathan, girato in Go-Pro. Quello che stupisce è la scelta di riproporre in toto la tecnica e l’estetica di un videogioco rimuovendo l’esperienza interattiva del gioco. Ci chiediamo se i giocatori di Doom si sentiranno lusingati dal riconoscimento della propria sottocultura al cinema, o usciranno invece delusi dall’esperienza ludica mutilata.
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